La ricerca a servizio dell’arte

Che cosa c’entra la fisica con l’arte? Lo sanno bene gli archeologi e i restauratori che con la tecnica del Carbonio-14 possono risalire all’età dei reperti e smascherare i falsi. Possono farlo grazie all’attività metabolica dei materiali organici, come il cotone delle tele dei quadri o i tessuti dei vestiti, che respirando il carbonio presente nell’atmosfera portano traccia della loro storia. Per capire come lavorano i fisici che affiancano in queste ricerche gli archeologi e i critici d’arte ci serviremo di un atomo, il Carbonio-14, e di un particolarissimo acceleratore di particelle “vivente”. Raccoglieremo le nostre tracce in una vera e propria area di scavo, dalla quale estrarremo i reperti archeologici da datare. Analizzeremo poi i materiali nell’area di misura, per concludere il lavoro nell’area “conti”. Qui ci confronteremo tra noi, e con la storia, per stabile qual è la vera età dei nostri reperti.

Faranno da contorno al laboratorio su fisica e arte, tre avventure di Topolino dedicate alla fisica e alla ricerca, stampate su gigantografie. Dalla prima visita di Topolino al CERN di Ginevra, negli anni ’80, all’avventura di Paperoga a Ginevra, quando a LHC, il più grande acceleratore di particelle al mondo, si scopriva il Bosone di Higgs. Più recentemente, persino zio Paperone si è occupato di fisica e, in particolare, di fisica applicata ai beni culturali. Quale reperto avrà voluto analizzare?

(per gentile concessione della redazione del magazine Topolino)

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